Legittima difesa: boom di firme in tutta Italia. Grande affluenza anche a Imola

Legittima difesa: boom di firme in tutta Italia. Grande affluenza anche a Imola

“Abbiamo superato in queste ore le duecentomila firme raccolte, con una media di circa 3500 al giorno, e il trend è in continuo aumento (tanto che la nostra organizzazione interna è messa a dura prova). Sindaci di destra e di sinistra stanno mettendo a disposizione gli uffici comunali, e decidendo di andare oltre i colori politici di appartenenza per aiutare una proposta molto sentita dalla popolazione”. Queste le parole di Ignazio Messina, segretario nazionale dell’Italia dei Valori, il partito che ha promosso una legge di iniziativa popolare sulla legittima difesa e l’inviolabilità del domicilio.

Il disegno di legge mira a punire più severamente la violazione del domicilio attraverso il raddoppio delle pene (ora fissate ad un minimo di sei mesi ad un massimo di tre anni, con questa legge si intende portarle ad un minimo di un anno e ad un massimo di sei) e potenziando le possibilità di legittima difesa, oggi alquanto limitate. Insomma, dare ai cittadini onesti la possibilità di tutelarsi, mirando a evitare ogni ipotesi di trasformazione dell’aggressore in vittima.

“Ad oggi, infatti, è possibile per legge richiedere, da parte dello stesso aggressore e in determinate circostanze, il risarcimento dei danni – si legge sul sito dell’Italia dei Valori -: ne è un caso emblematico (e, purtroppo, non unico) la vicenda del rigattiere veneto Ermes Mattielli, morto da alcuni mesi ma nel 2006 al centro della vicenda che lo vide sparare a due ladri penetrati nel suo deposito (uno dei due delinquenti, che all’epoca fu ferito, proprio di recente è stato ri-arrestato per un altro furto). Mattielli, per questo, fu condannato ad un maxi risarcimento (che ora, peraltro, dovrà accollarsi lo Stato alla luce della rinuncia dell’unico erede)”.

Anche a Imola il trend che si registra per la raccolta firme sembra essere lo stesso di tutta Italia. Sembra che l’Informacittadino abbia dovuto richiedere più volte i moduli per la raccolta che andavano via via esaurendosi. E, ogni qualvolta l’iniziativa della legge popolare viene condivisa sui gruppi e sulle pagine social più frequentate di Imola, riceve sempre un grande sostegno e parte il passaparola. In rete è possibile trovare alcuni articoli anche sulla zona di Forlì, Ravenna, Bologna, nei quali si parla di centinaia di firme raccolte anche solo in poche ore. Il partito dell’IdV ha stimato che la media si aggira intorno alle 3500 firme al giorno. Di questo passo, ben presto si arriverà alle 500mila firme in un momento in cui la disaffezione alla politica la fa da padrona.

A rendere ancora maggior merito a questi numeri, il fatto che a promuovere il disegno di legge sia stato un partito “defilato” che non è certo sotto i riflettori tutti i giorni. In città come Imola, l’Italia dei Valori sembra essersi dissolta eppure ciò non è contato per i cittadini. Quando la proposta è valida, non importa chi la fa e da chi arrivi. Il boom di firme si è registrato lo stesso anche se i partiti più in vista, e pure quelli che da tempo inneggiano alla legittima difesa, non hanno dato alcun tipo di informazione su questo disegno di legge di iniziativa popolare. Le 200mila firme di questa proposta sono una vittoria della democrazia, che va al di là dei partiti, degli slogan, dei messaggi mediatici. In silenzio, con il passaparola, queste firme sono andate via via aumentando, come un grido collettivo di tutti quei cittadini che non chiedono certo di trasformare l’Italia in un far west, ma solo di potersi difendere liberamente nella loro proprietà.

Sì, è un brutto periodo per la democrazia. La nuova riforma costituzionale di Renzi mira a portare da 500mila a 800mila il numero di firme per presentare un referendum e da 50mila a 150mila il numero necessario per una proposta di legge. Ma la proposta di legge sulla legittima difesa dimostra anche che, quando il cittadino è veramente interessato a ciò che gli sta accadendo intorno, non ci sono numeri che tengano. E il diritto di esercitare la democrazia lo pretende e se lo prende.

Brigida Miranda

 

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