IMOLA – Scadranno il prossimo 4 luglio i tempi per le contro-osservazioni alle integrazioni di Hera sul progetto di ampliamento della discarica. Dopo quella data, la partita dovrebbe chiudersi definitivamente con un sì o con un no al progetto. O forse non del tutto, visto che questo iter si inserisce in un altro percorso, legato alle contaminazioni di percolato che Arpae ha registrato nei pozzi spia e dai piezometri esterni alla discarica. Anche qui, Hera sta lavorando per dimostrare di aver adottato tutti i provvedimenti atti a far rientrare la contaminazione.
Tanti, troppi interrogativi ancora aleggiano sulla gestione del sito di via Pediano mentre il ConAmi, affrettatosi a inviare un opuscolo dai toni rassicuranti a tutti i cittadini, ora se ne sta in silenzio insieme al sindaco di Imola, Daniele Manca.
Il progetto di ampliamento, per oltre 1,5 milioni di tonnellate, presentato da Herambiente è già stato controdedotto e reintegrato e adesso sottoposto a nuove controdeduzioni. La stessa Regione aveva chiesto 141 integrazioni di natura sostanziale, legate anche al tonnellaggio di rifiuti smaltiti e alla gestione del biogas e del percolato.
In questi mesi, comitati e cittadini si sono spesi strenuamente per impedire l’ampliamento e per presentare tutte le osservazioni atte a dimostrare che il progetto di raddoppio della discarica di Imola non è sostenibile dal punto di vista ambientale. Anche ieri, al centro sociale La Stalla, si è registrato il pienone, con persone che fino alla fine dell’incontro anche chiesto spiegazioni e delucidazioni. Tra gli intervenuti, anche l’ex assessore all’Ambiente di Forlì Alberto Bellini (in quota Pd) dimessosi per il contrasto con Hera sulla gestione dei rifiuti e in particolare dell’inceneritore.
Bellini non ha esitato ad affermare che l’ampliamento della discarica di Imola “è una scelta puramente politica ed economica”. Sarebbero infatti parecchi i milioni di euro che verrebbero a mancare nel bilancio di ConAmi, proprietario della discarica, se il progetto di ampliamento non dovesse passare. Bellini ha inoltre evidenziato che il problema più grosso riguarda i rifiuti speciali e che “la nostra Regione rischia di diventare la pattumiera d’Italia”.
Ma un interesse puramente economico può giustificare il raddoppio, con sopraelevazione, di una discarica che ha oltre 40 anni?