Fibriomalgia, “il Governo si attivi per riconoscere le esenzioni”

Fibriomalgia, “il Governo si attivi per riconoscere le esenzioni”

Riceviamo e pubblichiamo dal capogruppo Pd Imola Marcello Tarozzi

In data 21 giugno il Consiglio comunale di Imola ha approvato all’unanimità un Ordine del Giorno promosso da Pd, Sel Im e Fv per chiedere alla Giunta di attivarsi nei confronti del Governo affinché siano approvate le normative necessarie a prevedere il riconoscimento della Fibromialgia o Sindrome Fibromialgica, l’esenzione del ticket per le cosiddette visite successive al riconoscimento e di parte dei farmaci necessari alle cure e ad attivarsi nei confronti della Regione Emilia-Romagna, al fine di sapere quali azioni ha intrapreso in merito all’individuazione dei Centri di riferimento per il riconoscimento e ai percorsi diagnostici.

Come sappiamo, grazie soprattutto al lavoro del Gruppo consiliare regionale Pd, in particolae dei Consiglieri Paolo Calvano, Francesca Marchetti e Roberto Poli, si è costituito il gruppo di lavoro regionale composto da medici reumatologi e altri specialisti delle aziende sanitarie regionali e dall’associazione A.M.R.E.R Ass. Malati Reumatici Emilia Romagna.
ll gruppo raccoglierà e analizzerà i dati sull’incidenza della sindrome fibromialgica nel territorio regionale e, a partire dallo studio epidemiologico, servirà a valutare i percorsi di cura e assistenza più efficaci. Nessun’altra Regione ha finora impostato un lavoro di questa portata.

Lo vogliamo ricordare: la Fibromialgia o sindrome Fibromialgica è una malattia complessa, debilitante e invalidante, caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso ed astenia, associato a rigidità che rendono difficoltosi movimenti ordinari, e ad una vasta gamma di disturbi funzionali e che il tutto compromette e riduce la qualità di vita di chi ne è affetto. Tale sindrome colpisce approssimativamente 1,5-2 milioni di italiani e insorge prevalentemente nelle persone di sesso femminile in età adulta; i sintomi della Fibromialgia sono riscontrabili in altre malattie (reumatologiche, neurologiche etc) ed è spesso necessario, nella fase di studio e diagnosi, eseguire accertamenti clinici e di laboratorio e strumentali per escludere altre patologie.

Si tratta di una malattia cosiddetta orfana, ossia priva di farmaci specifici, e che la terapia volta al controllo del dolore, al rilassamento muscolare, ai conseguenti disturbi del tono dell’umore, a migliorare la qualità del sonno, spesso, non risulta soddisfacente e può portare ad effetti collaterali e a difficoltà di gestione nel tempo. I pazienti che soffrono di Fibromialgia hanno difficoltà a vivere una vita piena e indipendente, in quanto la sensibilità al dolore, il senso di debolezza e la fragilità portano la persona affetta da questa patologia a un isolamento nella vita lavorativa, di gruppo e affettiva, causando una vera e propria invalidità sociale; in molti casi alla perdita del lavoro, per rinuncia.

Nel 2009 anche il Parlamento europeo ha invitato a mettere a punto una strategia comunitaria per la Fibromialgia in modo da riconoscere questa sindrome come una malattia. Bisogna contribuire ad aumentare la consapevolezza della malattia e favorire l’accesso degli operatori sanitari e dei pazienti alle informazioni, sostenendo campagne di sensibilizzazione a livello nazionale, a incoraggiare e migliorare l’accesso alla diagnosi e ai trattamenti, a promuovere lo sviluppo di programmi per la raccolta di dati sulla Fibromialgia. Il nostro Sistema Sanitario Nazionale, invece, non prevede alcuna forma di riconoscimento della Fibromialgia. In assenza del riconoscimento di tale patologia, non esistendo specifici e condivisi protocolli diagnostici, i pazienti sono costretti ad un “nomadismo” devastante non solo psicologicamente per chi ne è affetto ma che ma grava sui costi del sistema sanitario con duplicazione di esami, ricorso a numerose visite generiche e specialistiche, a farmaci, e periodi di assenza lavorativa, i pazienti non possono usufruire delle prestazioni contenute nei livelli essenziali di assistenza (LEA). Siamo convinti che si possa intraprendere un percorso per dare risposte finalmente concrete alle tante persone che soffrono di tale malattia.

Marcello Tarozzi, Capogruppo Pd

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