Alloggi popolari, a Imola si sperimenta l’autorecupero

Alloggi popolari, a Imola si sperimenta l’autorecupero

IMOLA – In queste settimane il Comune ha aggiunto ulteriori tasselli al proprio impegno nel dare risposte concrete al fabbisogno abitativo delle famiglie in difficoltà, mettendo in campo oltre a interventi di ristrutturazione anche nuove modalità di assegnazione.

 

Si sta completando un importante intervento nel quartiere Marconi – Proprio in questi giorni nel quartiere Marconi si sta completando un importante intervento di riqualificazione ed efficientamento energetico di tre condomini di edilizia residenziale pubblica.

Come spiega Roberto Visani, assessore alla Casa, “si tratta di un intervento oneroso, con un costo complessivo di circa mezzo milione di euro a carico del Comune, pensato per rigenerare uno dei quartieri su cui negli ultimi anni si è sviluppato un prezioso lavoro di comunità che ha visto collaborare insieme diverse realtà istituzionali e sociali all’interno del progetto ‘Marconi in Rete’”. Sarà interessante vedere nei prossimi giorni, proprio in questo quartiere, il contributo originale dell’arte di strada, con gli interventi promossi dall’Associazione Noi Giovani, già impegnata negli ultimi anni nella riqualificazione di diverse aree della nostra città.

“La rigenerazione urbana, la sicurezza e la coesione sociale sono ingredienti fondamentali per garantire una buona convivenza civile aggiunge Visani -. La crisi, la perdita del lavoro e l’aumento delle fragilità sociali spesso generano anche precarietà abitativa e questa situazione di disagio interpella la nostra comunità richiedendo soluzioni nuove e possibilmente condivise”.

Cercano di andare in questa direzione due provvedimenti assunti recentemente dalla Giunta Comunale: l’avvio di un progetto sperimentale di autorecupero abitativo e l’approvazione di un accordo di collaborazione fra il Comune di Imola, l’ASP e la Caritas diocesana finalizzato al sostegno abitativo di nuclei familiari in emergenza abitativa.

 

Autorecupero abitativo – “Con l’autorecupero, pratica portata all’attenzione della nostra amministrazione dal Comitato Antisfratto, intendiamo sperimentare la possibilità di assegnazione di alcuni alloggi popolari, attualmente sfitti, a nuclei familiari disponibili a farsi carico di piccoli interventi di manutenzione” spiega l’assessore alla Casa.

In specifico si tratta di interventi di recupero su tre unità immobiliari fra quelle che dovranno essere ripristinate per l’assegnazione nella graduatoria definitiva ERP, coinvolgendo gli assegnatari in alcune delle opere di manutenzione dell’alloggio, fino ad un massimo di 1.500 euro, che poi saranno detratte sul canone mensile.

“Si tratta di un’esperienza che da una parte responsabilizza e coinvolge fattivamente i destinatari di un bene pubblico, dall’altra contribuisce alla riqualificazione e alla tutela del patrimonio comunale” commenta Visani.

 

Protocollo di intesa fra Comune, ASP e Caritas – “Attraverso il protocollo di intesa fra Comune, ASP e Caritas, reso possibile dal contributo decisivo della Fondazione della Cassa Risparmio di Imola, facciamo un passo in avanti verso una maggior collaborazione fra Istituzioni e il mondo No-Profit nella promozione di un welfare che responsabilizzi le persone che ricevono un aiuto, con l’obiettivo di accompagnarle in un percorso di reinserimento sociale” sottolinea Visani

In sostanza l’accordo prevede l’offerta di soluzioni abitative temporanee (fino ad un massimo di 36 mesi) a favore di nuclei familiari in situazioni di disagio sociale o la sperimentazione di forme di coabitazione tra adulti/anziani. Queste soluzioni abitative saranno regolate da un rapporto di locazione agevolato.

L’individuazione degli utenti avviene di intesa tra l’ASP Circondario Imolese e l’Associazione fra i nuclei in carico ai Servizi Sociali e Sanitari che si trovano in situazioni di precarietà abitativa.

Il Comune di Imola, attraverso BeniComuni S.r.l., concede in locazione alla Caritas per la durata di anni 4, eventualmente prorogabili, appartamenti di sua proprietà, o comunque nella sua disponibilità, ritenuti  idonei per la destinazione di cui all’oggetto, ad un canone di locazione annuo pari al minimo del canone concordato decurtato del 30%. Inoltre il Comune attiva un “Fondo per il programma di sostegno dell’abitare” di 20 mila euro, ritenuto necessario per dare concreto avvia alle azioni dell’accordo. La somma di 20 mila euro è finanziata grazie al  contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola nell’ambito del progetto “Contro la crisi: un sostegno concreto alle famiglie per il diritto allo studio ed azioni in campo sociale. Anno 2016”.

 

Negli ultimi 3 anni assegnate un centinaio di alloggi popolari – “In questo periodo continueremo anche il lavoro di recupero degli alloggi attualmente sfitti, così come concordato con le organizzazioni sindacali in sede di approvazione del bilancio di quest’anno” assicura Visani che aggiunge “in questi ultimi 3 anni abbiamo assegnato un centinaio di alloggi popolari ma molto rimane ancora da fare. La presenza di case senza persone e di persone senza casa rappresenta una contraddizione sociale che interpella tutta la comunità”. A questo proposito l’assessore alla Casa richiama i nuovi criteri introdotti dalla regione Emilia Romagna per regolare l’assegnazione e la permanenza nelle case popolari, che hanno l’obiettivo di generare più equità e giustizia sociale. “Il segnale che la Regione intende dare è chiaro: chi oggi entra in una casa popolare non potrà rimanervi per tutta la vita e la sua permanenza sarà legata alla sua situazione reddituale e patrimoniale che non dovrà superare determinati limiti – sottolinea Visani -.  L’idea, sostenuta dall’assessore regionale Gualmini, di “andare verso un welfare temporaneo, dinamico e non per tutta la vita” rappresenta l’orizzonte cui tendere anche nelle politiche abitative”.

“Le sfide che abbiamo di fronte sono certamente impegnative ma ritengo che la comunità imolese, per i valori che storicamente esprime, sia culturalmente apprezzata per un cambio di passo anche nel nostro sistema di welfare” conclude Roberto Visani.

 

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