Omicidio Chiarini, fermato un richiedente asilo

Omicidio Chiarini, fermato un richiedente asilo

CASTEL SAN PIETRO – Newthing Desmod, nigeriano 25enne, richiedente asilo e ospite presso una struttura di accoglienza di Castenaso, sarebbe il presunto autore dell’omicidio di Lanfranco Chiarini, l’imprenditore castellano trovato morto nella sua villa di Palesio, a Castel San Pietro Terme lo scorso 4 gennaio.

Il meticoloso lavoro svolto dai Carabinieri in questi giorni ha consentito di rintracciare il giovane che aveva avuto numerosi contatti telefonici con l’imprenditore prima dell’omicidio. Era stato particolarmente difficile accertare la sua identità visto che il nigeriano, nel giorno dell’omicidio, aveva utilizzato un’utenza telefonica formalmente intestata a un cittadino liberiano irrintracciabile. Successivamente sono scattate le ricerche su tutto il territorio regionale, corroborate anche da attività tecniche, che hanno consentito di rintracciarlo nel pomeriggio di ieri nei pressi della Stazione ferroviaria dove era di passaggio dopo essere rientrato da Rimini. Lì infatti si era rifugiato subito dopo l’omicidio con la scusa di essere alla ricerca di un lavoro.

A suo carico erano stati raccolti concordanti indizi di responsabilità: la quantità di contatti telefonici con Chiarini anche il giorno stesso dell’omicidio, la sua presenza in prossimità di Castel San Pietro Terme subito prima e dopo la commissione del delitto, l’irraggiungibilità della sua utenza telefonica proprio tra le ore 19 e 20 di quel giorno in considerazione che l’abitazione dell’imprenditore non è servita dalla rete radiotelefonica, la valutazione antropometrica sull’uomo visto allontanarsi dall’autovettura del Chiarini dopo averla abbandonata nei pressi della via Emilia, la presenza il giorno 4 gennaio di tagli sul palmo di alcune dita della sua mano destra per come testimoniato da alcuni suoi conoscenti e per come verificato anche dai militari operanti dopo il suo rintraccio.

Dopo essere stato individuato e accompagnato in una caserma dei Carabinieri, il nigeriano è stato sottoposto a interrogatorio dal P.M. procedente, ma non ha fornito alcuna spiegazione a giustificazione del quadro indiziario a suo carico, né ha fornito un alibi che lo possa scagionare dalle responsabilità attribuitegli.

La dinamica dell’omicidio resta da accertare ma, sin dalle prime ore delle indagini, la principale pista verteva su un incontro a sfondo sessuale finito male. Dalla casa era stata rubata l’auto della vittima, una Skoda ritrovata alcuni giorni fa, il cellulare e una borsa con 1000 euro.

 

I fatti. Il cadavere del 75enne Chiarini, imprenditore castellano molto noto in paese come titolare del colorificio “Colba” di Castenaso, era stato ritrovato il 4 gennaio in mattinata. La figlia si era preoccupata non vedendolo arrivare in azienda e aveva chiesto al marito di andare a verificare in villa la sua presenza. Qui il corpo di Chiarini, riverso sul pavimento, era stato trovato dal genero.  La casa presentava alcuni focolai di incendio che avevano bruciato un divano ed altro mobilio, ma senza riuscire a far divampare fiamme tali da interessare tutta l’abitazione. Alcune stanze risultavano invase dal fumo, pavimenti e pareti erano annerite dalla fuliggine. Sin dal primo sopralluogo era stata evidenziata la presenza di numerose ferite d’arma da taglio sul corpo che attestavano l’efferatezza con l’assassino si era accanito sulla vittima, in particolare sulla testa e sul collo.

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