Muro Dipinto, al via il restauro di un affresco con l’Accademia delle Belle Arti

Muro Dipinto, al via il restauro di un affresco con l’Accademia delle Belle Arti

Si entra nel merito delle tecniche pittoriche e di restauro alla XXVI Biennale del Muro Dipinto, dove oggi scenderanno in campo gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.

In un’edizione che mette al centro la rigenerazione e la riscoperta della tradizione, non possono mancare gli appuntamenti dimostrativi sulla manutenzione e sul recupero delle opere d’arte. La manifestazione sarà infatti l’occasione per riportare nella Rocca di Dozza il dipinto “Paesaggio con figure” realizzato nel 1967 da Francesco Tabusso, in seguito restaurato dagli studenti dell’Accademia.

E saranno sempre gli allievi bolognesi, nel corso dell’evento, ad intervenire sul dipinto “Sole su muro rosso” del maestroBruno Saetti. Si tratta di un’opera del 1967 inizialmente collocata in via XX Settembre, strappata dall’autore negli anni Settanta – lo strappo è una modalità di rimozione – per essere conservata presso la Rocca. In quell’occasione ricevette già un primo restauro, ma oggi la conoscenza delle pitture murali è migliorata. Sarà possibile vedere i ragazzi al lavoro nel cortile interno della Rocca sforzesca fino a questa sera, quando, alle 20:30, è previsto un appuntamento dal titolo“La tecnica dell’affresco”, con una serie di visite e dimostrazioni sulle opere di Saetti e Tabusso. «Quando si parla di un dipinto su muro si pensa sempre ad un affresco – chiarisce la professoressa Lucia Vanghi, docente di restauro dei materiali sintetici all’Accademia di Belle Arti – Invece molte di queste opere sono realizzate con tecniche del tutto sperimentali ed è per questo che si rovinano in fretta. Lavorare sui muri di Dozza, per i ragazzi, è un’esperienza di grande importanza, perché possono mettere in pratica una distinzione fondamentale: chi restaura affreschi non restaura opere contemporanee, si dice, e non è solo un luogo comune, dato che le conoscenze richieste sono diverse. Tuttavia per restaurare un’opera contemporanea occorre conoscere bene anche l’affresco e il cantiere scuola della Biennale rivela, nei fatti, che le tecniche possono compenetrarsi».

Sempre a proposito di restauro, si segnala anche il ritorno di un artista veneziano di grande rilievo, Paolo Scarpa, già allievo di Saetti, che in questa edizione del Muro Dipinto restaurerà “Uomini che volano tra le vigne”, opera da lui realizzata in via De Amicis nel 1981.

la bottega di Giaquinta

la bottega di Giaquinta

Il fermento tecnico, artistico e decorativo che la Biennale del Muro Dipinto porta con sé ha tra i suoi obiettivi anche quello di costituire un richiamo per giovani menti creative. Ѐ il caso di Giuseppe Giaquinta, decoratore emergente che ha da poco aperto una propria bottega nel cuore di Dozza. La Fondazione Dozza Città d’Arte, quest’anno, ha deciso di premiare la sua intraprendenza affidandogli il ruolo di ausiliario tecnico per gli artisti impegnati nel territorio di Toscanella, Alberonero e Marco Lazzarato.

Nella vita si occupa principalmente di tinteggiature e finiture murali per interni ed esterni, ma negli anni ha coltivato una grande passione per la pittura, sperimentando nuove tecniche e utilizzando materiali innovativi. «Dopo una lunga ricerca – spiega Giaquinta – ho persino messo a punto una combinazione materica tutta mia: calce, polvere di marmo, acrilici e sabbia sono i materiali con cui realizzo la maggior parte delle mie opere, ispirato dagli antichi muri medievali di Dozza». E sul suo impegno alla Biennale commenta: «Ѐ un onore per me assistere due grandi artisti come il professor Lazzarato ed Alberonero. Sono grato alla Fondazione per avermi dato questa occasione di crescita artistica e professionale, che sto vivendo all’insegna del divertimento. Per chi usa le spatole ogni giorno per lavoro, è un grande gioco partecipare alla realizzazione di questi progetti, che diffondono colore e bellezza in tutto il borgo».

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