“Noi imolesi, dal particolare rapporto che ci vincola alla Madre di Dio, a mio parere siamo aiutati a costruire la pace, tra noi, tra le etnie e tra gli Stati. Oggi tale costruzione passa anche dall’accoglienza lungimirante di quanti fuggono dalla guerra e dalla fame o sono costretti a lasciare la loro terra a causa di discriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado ambientale”.
Nell’omelia di inizio anno del Vescovo Tommaso Ghirelli interviene preponderante il tema dell’accoglienza dei migranti, ormai un passaggio quasi obbligato date le polemiche ogni giorno infervorano ovunque su una accoglienza non sempre ben vista e gradita. Il Vescovo Ghirelli, precisando la necessità di aprire le porte a chi arriva da lontano e fugge dalle guerre, però, tiene anche a sottolineare come questa accoglienza debba essere sostenibile per le comunità.
“Non che possiamo ospitare sul nostro territorio grandi gruppi di immigrati – ha detto durante l’omelia dell’1 gennaio – ma possiamo certo collaborare in modo ancor più significativo e a vari livelli nell’organizzare l’accoglienza, la protezione e l’integrazione. Osservando i migranti e i rifugiati, questo sguardo saprà scoprire che essi non arrivano a mani vuote: portano un carico di coraggio, capacità, energie e aspirazioni, oltre ai tesori delle loro culture native e in questo modo arricchiscono la vita delle nazioni che li accolgono».
(fonte foto: sito web Diocesi di Imola)