River Side, il presidente di Area Blu, Vanni Bertozzi, fa chiarezza

River Side, il presidente di Area Blu, Vanni Bertozzi, fa chiarezza

“Sulla questione River Side un conto sono i rapporti con il Demanio relativamente all’area, un altro il contratto e i relativi obblighi tra Area Blu e il conduttore. Due argomenti che sono e devono restare distinti”, secondo il presidente di Area Blu Spa Vanni Bertozzi che risponde con una nota alla stampa locale sulla chiusura inaspettata del locale River Side.

Sul primo punto, Bertozzi ricorda che «l’area interessata fu concessa in uso al Comune di Imola già nel 1998, con appositi atti dell’Amministrazione Finanziaria (7272 del 16 aprile 1998 e 7501 del 17 aprile 1998). Alla scadenza la stessa area, con il fabbricato censito il 5 gennaio 2010, restò nella disponibilità del Comune, tanto che l’Agenzia, nel febbraio dello stesso anno, chiese all’Amministrazione se fosse interessata ad acquisirne la proprietà o, in caso contrario, a regolarizzare l’occupazione».
«Si è dunque in presenza – prosegue il presidente – di una persistente detenzione qualificata, assunta alla luce del sole e di cui l’Amministrazione statale era consapevole. In virtù di tale detenzione qualificata il Comune prima, Area Blu poi, hanno sottoscritto il contratto di locazione con i conduttori. Autorevoli pareri giurisprudenziali confermano, tra l’altro, la legittimità della concessione di beni non di proprietà e del contratto che ne deriva».

La River Side 2015 Srl secondo Bertozzi, in qualità di vincitrice dell’apposita gara pubblica, ha ottenuto la concessione della struttura, in base a un contratto che esplicitamente prevedeva la decadenza automatica della concessione stessa a causa del “venir meno della disponibilità delle aree”.

A questo punto si passa alla seconda questione, quella del mancato adempimento degli obblighi derivanti dal contratto. Il 21 marzo 2017 l’allora BeniComuni, preso atto che il contraente non aveva onorato tali obblighi, gli comunicava la decisione di procedere all’escussione parziale della fidejussione, per un importo di 18.760 euro e poche settimane dopo, il 12 aprile, chiedeva la presentazione di una seconda fidejussione da 24.000 euro, richiesta poi oggetto di un ulteriore sollecito il 13 giugno.

«Il mancato pagamento dei canoni dunque e la realizzazione di opere non idonee, per le quali il conduttore ha subito una contestazione per abuso edilizio, hanno portato alla decisione di risolvere il contratto, comunicata a River Side 2015 il 30 novembre scorso», spiega Bertozzi, che conclude: «Siamo al lavoro per trovare un accordo con l’Agenzia del Demanio sulla questione relativa all’area, ma ciò non inficia la considerazione che il conduttore doveva onorare i pagamenti ai quali era tenuto».

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