Gelo, gli agricoltori contano i danni. Assicurarsi? “Impossibile o troppo costoso”

Gelo, gli agricoltori contano i danni. Assicurarsi? “Impossibile o troppo costoso”

IMOLA – I danni da gelo preoccupano seriamente gli agricoltori che potrebbero perdere la maggior parte della produzione, in particolare di albicocche. A esprimere grandissima preoccupazione è Domenico Errani, agricoltore, che possiede diversi ettari di frutteto sulle prime colline di Imola.

“Ero nel campo a controllare il danno delle gelate di Burian – dice Errani -, molti fiori sembrano salvi ma lo stimma, il tubicino che fa trasferire il polline nell’ovario è lesionato dal gelo con perdite di prodotto anche dove non appare a occhio nudo. Ho il cellulare in mano e mentre stavo scattando una foto, la vibrazione mi segnala l’arrivo di un messaggio. E’ il consorzio di difesa che mi avvisa l’inizio da oggi della possibilità di assicurare le produzioni e di fare presto perché la copertura per danni da gelo presenta 10-12 giorni di scoperto. Significa che assicurando oggi le produzioni sono coperte dal 19-21 marzo”.

“Mi sono venute subito alla mente le parole di un amico, compagno di classe allo Scarabelli, che mi aveva appena detto che la compagnia di assicurazione si è rifiutata di assicurarlo in quanto non era rimasto più nulla di buono sulle piante – afferma amareggiato Errani -. Già nel 2017 la politica tutta ci ha lasciati soli. Soli. Il Parlamento ha votato il primo giugno la deroga allo stato di calamità naturale escludendo le grandinate!! Le coperture assicurative sono una inutile regalia di danaro pubblico e agricolo alle compagnie. Servono solo a loro. Tanto che solo il 6% delle aziende agricole non assicura per l’inefficienza e il costo. Tutta l’agricoltura di collina è in difficoltà, miseri pagamenti, tempi non certi e patenti, patentini, corsi formativi e chi più ne ha, più ne metta”.

“Io non avrei comunque assicurato le mie produzioni, 16.000 euro di polizza per quota mia, pantalone ne metterebbe altri 30.000, non li ho. Sopravviverò ugualmente perché ho al fianco una famiglia stupenda – prosegue Errani -. Il problema è proprio la sopravvivenza. Mi domando, è giusto questo? No, io penso non sia giusto. Di fame in Italia non muore nessuno ma strangolato dai debiti e dalle banche si. E allora mi viene alla mente la protesta degli agricoltori siciliani con metà delle aziende agricole a rischio pignoramento bancario. Guardate che questo momento difficile è strategico per tutto il Paese. In Francia Emmanuel Macron ha preso la questione agricola con grande serietà. La prima legge che sta preparando riguarda il costo di produzione che deve concorrere alla formazione del prezzo finale. Normalissimo in tutti i settori, un atto di inciviltà e io penso anche illegittimo per i prodotti agricoli italiani. Il secondo provvedimento riguarda il divieto delle promozioni e delle offerte sul cibo perché le pagano sempre i produttori. Il terzo è di oggi e riguarda il divieto di vendita dei terreni a società extra UE con particolare riferimento ai cinesi di Hong Yang che in Francia ne hanno già acquistato 2.500 ettari. Se ci acquistano le aziende agricole, con l’aria che tira operazione non impossibile, che garanzie avremo che il cibo prodotto rimanga in loco?”

 

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