Data | Ora |
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21/03/2018 | Dalle 21:00 |
22/03/2018 | Dalle 21:00 |
23/03/2018 | Dalle 21:00 |
24/03/2018 | Dalle 15:30 |
Dalle 21:00 | |
25/03/2018 | Dalle 15:30 |
Il cast
Stefano Accorsi, perfettamente a suo agio nel ruolo di “maestro” e capocomico, è al centro di una cerchia di attori e attrici affiatati. Tutti insieme danno vita a una struttura corale capace di intrecciare tra loro i diversi temi e personaggi senza soluzione di continuità. Il risultato di questo lavoro sul gruppo è un ritmo forsennato che travolge il pubblico e lo trascina via, lontano anni luce, nello spazio e soprattutto nel tempo boccaccesco.
Attenzione!
I biglietti saranno in vendita al botteghino di Imola (via Verdi 1/3) dalle 16 alle 19 di sabato 17 marzo. Dalle 19 in poi partirà la vendita online su www.vivaticket.it
durata 1 ora e 45 minuti
La storia
Nel Decamerone una giovane brigata si sposta da Firenze verso la collina per sfuggire alla peste: servono storie che facciano dimenticare, storie di amori erotici e furiosi, storie grottesche, paurose, purché siano storie, e raccontate bene, perché la morte là fuori si avvicina con denti affilati e agogna la preda. Anche se le storie sembrano buffe, quegli amorazzi triviali, quelle strafottenti invenzioni che muovono al riso e allo sberleffo, mostrano poi, sotto sotto, il mistero della vita stessa o quell’amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza.
Lo spettacolo
Le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente vivendo. Le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo, l’alito della morte. Finché si racconta, e c’è una voce che narra, siamo ancora vivi, lui o lei che racconta e noi che ascoltiamo. Potremmo così scoprire che il re è nudo, e che per liberarci dall’appestamento dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze, riconoscerle e riderci sopra, magari digrignando i denti.
Perché vederlo?
“Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perché oggi ad essere appestato è il nostro vivere civile – scrive Marco Baliani nelle note di regia – Percepiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le mafie, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare. In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti. Per ricordare un’altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce.”
Fonte: Sito web teatro Stignani