Funghi, riapre l’ispettorato micologico Ausl. Tutte le raccomandazioni

Funghi, riapre l’ispettorato micologico Ausl. Tutte le raccomandazioni

Dal primo settembre 2018 fino al 15 novembre 2018 (salvo proroga del periodo in base all’andamento stagionale) riapre l’ispettorato Micologico dell’Ausl di Imola. L’arrivo del periodo autunnale, stagione caratterizzata da clima umido e temperato molto favorevole alla crescita dei funghi, richiama gli appassionati raccoglitori nei boschi ricchi di tante specie e varietà, purtroppo non tutte commestibili. Alcune varietà tossiche o velenose assomigliano a quelle commestibili e possono confondere il raccoglitore poco esperto, trasformando una buona pietanza in un rischio per la salute. Per prevenire tali rischi, l’Ispettorato Micologico dell’Ausl di Imola è a disposizione dei cittadini, nella sede di:


Polo Territoriale Città di Imola:
Ispettorato Micologico dell’AUSL di Imola via Amendola 8;
orari di apertura al pubblico: : il servizio è aperto nei giorni di lunedì, martedì, giovedì e sabato dalle
12,30 alle 13,30 tel 0542604944

 

Nei giorni di mercoledì e venerdì saranno comunque soddisfatte le domande di certificazione contattando il front office che è disponibile al numero telefonico 0542604950 negli orari d’ufficio (dal lunedì al sabato dalle 8,30 alle 12,30). La certificazione dell’ispettorato è a titolo gratuito e ricomprende sia i funghi destinati al consumo diretto sia le partite di funghi spontanei destinati alla vendita.

”Nel corso degli anni abbiamo identificato diversi funghi velenosi come: Amanita phalloides, Lepiota a piccola taglia, Galerina marginata, Entoloma lividum (sinuatum), Cortinarius orellanus ecc.. funghi che possono portare alla morte o alla necessità di un rapido trapianto di organi. – spiega Francesco Baldinini micologo dell’Ausl di Imola – Inoltre, con costante e preoccupante regolarità sono stati presentati anche atri funghi come: Clitocybe olearia, Hypholoma fascicolare, clavaria, Russula emetica e Agaricus xanthoderma (xantodermus), che possono  provocare intossicazioni/avvelenamenti di varia entità. Molti di questi funghi velenosi o tossici spesso sono stati raccolti in parchi delle città o giardini domestici.

“Purtroppo non sono neppure mancate situazioni in cui i cittadini non si sono rivolti a noi e sono finiti in ospedale con gravi complicazioni – continua Baldinini – Tra le cause più comuni di errore il confondere funghi mangerecci con sosia non commestibili capaci di trarre in inganno con la loro somiglianza i raccoglitori. Come nel caso delle pericolosissime Lepiota a piccola taglia (Helveola, bruenneoincarnata, josserandii) che, invece, possono essere scambiate con l’innocuo e commestibile  Marasmius oreades (gamba secca/chiodino).

È indispensabile per la propria sicurezza sottoporre tutti gli esemplari raccolti al controllo dell’ispettorato micologico prima del consumo, ricordando che per una buona riconoscibilità i reperti devono essere integri (devono essere presenti sia il gambo che il cappello), e che i funghi raccolti devono essere riposti in contenitori adeguati, (rigidi o a rete) ed areati ed idonei a diffondere le spore. Vietatissime le buste di plastica o i sacchetti.

 

Nel caso si sospetti un caso di avvelenamento o di intossicazione è necessario contattare il 118 o recarsi al Pronto Soccorso, riferendo al personale sanitario quanto tempo è intercorso tra l’ingestione dei funghi e la comparsa dei sintomi e descrivendo con precisione i funghi ingeriti. Si sottolinea che eventuali funghi non utilizzati o scarti della pulitura devono essere portati con sé in ospedale perché possono essere di grande aiuto per l’identificazione.

 

 

 

 

 

DATI DI INTOSSICAZIONI ED AVVELENAMENTI CAUSATI

DAL CONSUMO DI FUNGHI SPONTANEI NEL CORSO DEL 2017

 

Nel 2017 le condizioni climatiche sono state avverse e la raccolta dei funghi è stata molto modesta e, di conseguenza, si sono verificati solo due casi di sospetta intossicazione e/o avvelenamento:

– nel primo caso si erano reperiti resti di gambi e parti del cappello riconducibili alla famiglia

delle boletaceae che, al suo interno, contempla anche alcuni esemplari poco tossici e/o velenosi non

ritenuti pericolosi per l’uomo, ovvero i cui disturbi normalmente lievi si risolvono in poche ore;

– nel secondo caso il consumo di Amanita ovoidea, fungo di cui è sconsigliato il  consumo non solo

perché indigesto ma perché inoltre,  per le proprie caratteristiche morfologiche, può essere facilmente

confuso con altri esemplari di amanite bianche assai pericolose e/o mortali.

 

DATI INTOSSICAZIONI ED AVVELENAMENTI CAUSATI

DAL CONSUMO DI FUNGHI SPONTANEI NEL CORSO DEL 2016

 

Il 2016 è stato caratterizzato da un andamento climatico particolarmente favorevole, si è registrata una elevata raccolta e un conseguente elevato consumo di funghi spontanei. Otto i casi registrati.

Casi gravi di intossicazione/avvelenamento:

-un episodio causato dall’Entoloma lividum con comparsa di vomito, diarrea e disturbi a carico del  sistema nervoso;

-un episodio causato da Omphalotus olearius  con comparsa di vomito e disturbi a carico del

sistema nervoso;

Casi di media/scarsa gravità di intossicazione/avvelenamento:

– un episodio causato dal consumo di Clitocybe nebularis (fungo sospetto) ed Agaricus

 xanthoderma con comparsa di vomito e dolori addominali.

Casi non gravi causati dal consumo di funghi non ritenuti tossici e/o velenosi che probabilmente si  sono verificati a causa di un utilizzo improprio degli stessi:                  

– due episodi causati dal consumo crudo di Agrocybe aegerita (fungo commestibile comunemente noto con il nome di piopparello);

– un episodio causato dal consumo crudo di Cantharellus cibarius, (fungo commestibile).

Da sottolineare che trattandosi di funghi commestibili che vengono comunemente consumati senza comparsa di alcun sintomo, è probabile che i malesseri segnalati siano dovuti ad altre motivazioni quali ad esempio: consumo in grande quantità di funghi crudi; consumo in grande quantità di funghi cotti mediante frittura o alla griglia  e/o cucinati con modalità (come per esempio l’utilizzo eccessivo di condimenti) che li rendono  poco digeribili; preesistenza nell’organismo umano di indisposizioni varie quali virus, febbre ecc. ecc., i cui sintomi possono essere confusi ed erroneamente interpretati se messi in correlazione  al recente consumo di funghi;  fenomeni di autosuggestione che si verificano in relazione ad uno o più dei punti sopra elencati.

Casi  non gravi con rapida risoluzione per sospetta intossicazione/avvelenamento verificatisi a seguito di un consumo incauto di funghi.

– rientrano i questa casistica quelli che hanno coinvolto due bambini che hanno mangiato incautamente  funghi spontanei  nei giardini delle scuole elementari e materna durante l’ora di ricreazione.

Il primo episodio è stato causato dal consumo crudo di Volvariella gloiocephala, fungo non ritenuto tossico nè velenoso il cui consumo è comunque sconsigliato perché di scarso valore organolettico.
Situazione simile si è verificata nel secondo caso causato dal consumo crudo di Conocybe. In entrambi i casi l’intervento è stato richiesto a titolo precauzionale dal corpo docente della scuola.

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