ConAmi, il sindaco di Mordano si toglie i sassolini (un bel po’) dalle scarpe

ConAmi, il sindaco di Mordano si toglie i sassolini (un bel po’) dalle scarpe

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota del sindaco di Mordano, Stefano Golini, su quanto sta avvenendo all’interno del ConAmi.

Per guidare e rappresentare un territorio di area vasta (intercomunale) occorrono competenza, disponibilità reale al dialogo, capacità di visione e coesione territoriale

  1. A) Il Con.Ami è patrimonio comune: non può essere depredato a colpi di maggioranza!

Dopo tre mesi di attacchi e picconate al Con.Ami e alle altre strutture del più vasto sistema territoriale imolese, è assurdo ed infantile che ora il Comune di Imola arrivi con il cappello in mano ad elemosinare quattrini proprio dalla società che ha voluto prima azzoppare poi decapitare mostrando l’assenza di qualsiasi visione strategica.

La pretesa del Comune di Imola di ottenere ora -a semplice richiesta- il sostanziale prosciugamento delle riserve Con.Ami è di certo azzardata, per almeno tre ordini di motivi:

1) il Consorzio è tuttora privo del CdA (anzi, peggio: è “ostaggio” dell’unico consigliere non dimissionario), a cui spetterebbe la competenza di fornire ai soci un qualificato e documentato parere sull’opportunità o meno di mettere mano alle riserve, che sia fondato sull’analisi dell’andamento economico in atto e sulle prospettive di sviluppo;

2) da quanto per ora è dato sapere, si delinea in prospettiva una flessione nella capacità di Con.Ami di generare utili da distribuire ai soci (ciò a causa soprattutto della chiusura della discarica Tre Monti, cavalcata dalla Sindaca in campagna elettorale e tuttora caldeggiata pur in pendenza del pronunciamento del Consiglio di Stato previsto per dicembre); svuotare i granai può aver senso quando le messi già biondeggiano copiose, è assurdo ed irresponsabile quando i campi sono aridi e si prospettano annate di carestia…!

3) pur in assenza di un CdA nel pieno delle sue funzioni, durante l’assemblea del 3/10 l’organo di revisione ha comunque svolto il suo ruolo, evidenziando che le riserve disponibili sono ridotte a meno di 4 milioni, e che la liquidità è ridotta a meno della metà, quindi insufficiente a far fronte alla richiesta del Comune di Imola di distribuire 3,130 milioni, che conti alla mano equivale a portar via d’un colpo i quattro quinti della disponibilità e ad indebitare il Consorzio per quasi la metà della richiesta. Personalmente ritengo che nessun CdA -specie se di nuova nomina- possa assumersi la responsabilità di avallare la pretesa del socio di maggioranza, e tantomeno l’Assemblea debba farsi carico di una richiesta di questa portata e di queste dimensioni.

Il Sindaco

Opportune perciò le modifiche statutarie che, avendo adeguato lo Statuto del Con.Ami alla recente normativa sulle società partecipate, mettono al riparo da decisioni unilaterali avventate. A tal proposito va tuttavia evidenziato che decisioni importanti come il riparto delle riserve sono state assunte in passato sempre all’unanimità dei 23 Comuni, compresa l’ultima delibera in tal senso, ad inizio giugno di quest’anno quando -peraltro con l’Assemblea presieduta non dal Sindaco di Imola ma dal Commissario straordinario- date le incertezze legate alla sentenza del TAR, si decise di evitare di indebolire ulteriormente il Consorzio, rinunciando alla distribuzione di riserve.

Anche oggi la Presidenza dell’Assemblea dovrebbe ricercare la sintesi di tutte le posizioni, non lo scontro; e dovrebbe ricercare il bene della struttura comune, non il proprio interesse di parte.

  1. B) Il dialogo non si sbandiera, si fa!

A tal proposito, leggo nei comunicati e nelle interviste degli ultimi giorni che l’Amministrazione Comunale di Imola avrebbe “cercato in qualsiasi modo la soluzione del dialogo” e “provato a interloquire con tutti i sindaci presenti in Con.Ami dando la massima disponibilità”.

Ma quando mai?

Sul Con.Ami è stata imboccata fin da subito una strada che è l’antitesi del dialogo, fin dalla maldestra assemblea del 3/8 convocata d’urgenza in via straordinaria con la pretesa di affrontare in una sola seduta un OdG che avrebbe richiesto mesi di approfondimenti e confronti. È dialogo un blitz che ci metteva di fronte al tentativo di scardinare la struttura del Con.Ami, senza il minimo confronto preliminare?

È dialogo forse, il pressing sul CdA che pure aveva ricevuto il sostegno e il riconoscimento di 22 soci su 23, applicando con un’aggressività senza precedenti uno spoils system improprio e inammissibile fino a provocarne le dimissioni? (sì, improprio e inammissibile: perchè ammesso ma non concesso che il Comune di Imola possa pretendere di cambiare i propri dirigenti, non può certo imporre unilateralmente lo stesso metodo anche per le strutture e società condivise con altri!).

È dialogo poi il tentativo di ascolto reciproco abbozzato nella successiva riunione di coordinamento indetta per rimediare la “frittata”, da cui in effetti erano usciti positivi accordi poi smentiti dalla sindaca (o probabilmente da chi sta dietro di lei)?

È dialogo, da ultimo, la pretesa di “prelevare” dalle riserve Con.Ami ben più della disponibilità liquida esistente (vedi sopra), senza neanche un “parliamone”, per poi passare immediatamente alla polemica e alla mobilitazione della piazza?

Non è questo il dialogo, né a livello interpersonale (nel dialogo, gli impegni presi si mantengono!), né tantomeno a livello interistituzionale, dove le scelte richiedono processi chiari, adeguati e non improvvisati.

Infine, se guardiamo oltre il Con.Ami, vogliamo parlare del resto? Il quadro è desolante:

– proprio il Comune di Mordano ha subìto per primo, a pochi giorni dall’insediamento della Giunta di

Imola, la decisione unilaterale di tenerci fuori da Area Blu senza nemmeno il garbo istituzionale di interpellarci (non sembri questa una recriminazione -tutt’altro!- poiché adesso quella scellerata ed irrispettosa prepotenza si trasforma in un clamoroso boomerang per Imola e in una inaspettata opportunità per Mordano, in quanto ci conferisce il diritto di veto proprio sulla nomina del Presidente e del CdA di Con.Ami: v. art. 26 Statuto);

– sempre in luglio, ai primi passi della Giunta imolese, altra frattura territoriale, quando Sindaca ed

Assessore imolesi senza alcun preavviso e tantomeno senza alcuna concertazione almeno in Circondario, annunciano in Atersir (Autorità regionale per il servizio idrico e i rifiuti) l’intenzione di uscire dall’ambito territoriale, per creare una propria società in house: non è dato ancora sapere se tale annuncio sia poi sfociato in atti formali; se così fosse sarebbe vanificato il lavoro di tre anni per predisporre la gara e giungere finalmente all’assegnazione del servizio di gestione dei rifiuti con procedure di evidenza pubblica; – nessun dialogo neppure nell’imposizione unilaterale del proprio metodo di selezione tramite avviso pubblico, con la pretesa di imporre a tutto il sistema territoriale le proprie regole e i propri criteri interni, deliberati in luglio dal Consiglio Comunale di Imola (vedi selezioni per candidati consiglieri Con.Ami, presidente Area Blu, consigliere Acer, dirigenti Nuovo Circondario Imolese, ecc.); – nessun dialogo, poi, nel tentativo di imporre come “fatto compiuto”, senza alcun confronto preliminare né consultazione preventiva, le proprie scelte dirigenziali sulle gestioni associate di funzioni conferite al Nuovo Circondario Imolese, come se gli altri territori fossero un’appendice di Imola, e non Enti di pari titolo e pari dignità; – infine, anche in materia socio-sanitaria l’atteggiamento è stato, almeno fino a questo momento, di rigidità e di incapacità di interpretare il ruolo di Comune Capo Distretto: tanto in Conferenza Socio Sanitaria Metropolitana, dove il Comune di Imola pare rappresentare solo sè stesso e non l’intero Distretto, quanto all’interno del Distretto stesso -che coincide con il Nuovo Circondario Imolese- dove sia sull’adozione di documenti programmatici ed organizzativi, sia sul parere per la nomina del Direttore di Distretto AUSL abbiamo assistito solo a chiusure e dinieghi, ossia il contrario di quel “buon senso nell’ottica di assoluta collaborazione istituzionale tra gli enti nell’interesse dell’intera collettività” che viene auspicato da via Mazzini.

Un auspicio a parole, contraddetto -finora- dai fatti. Il dialogo non si sbandiera, si fa!

Vedremo se nel futuro la collaborazione continuerà ad essere invocata solo quando conviene -come nel caso della distribuzione delle riserve Con.Ami- o anche quando è dovuta istituzionalmente, specie da parte di chi -come Imola- ha la responsabilità di guida e di equilibrio di un territorio più vasto.

Per l’Amministrazione Comunale di Mordano Il Sindaco Dott. Stefano Golini

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One comment on “ConAmi, il sindaco di Mordano si toglie i sassolini (un bel po’) dalle scarpe”

  1. Alfredo

    …ma perchè il sindaco Golini non reagiva allo stesso modo quando il Comune di Imola era amministrato dal PD?!!!….. forse perchè contava sul gettito della discarica?….ma non solo, come ha giudicato finora i milioni di euro che il Con.ami ha messo in quel pozzo senza fondo che si chiama autodromo? E’ questa la disponibilità, competenza, conoscenza, esperienza e udite udite….capacità di visione e coesione territoriale necessaria? Come mai non ha obiettato nulla, insieme ai suoi amici sindaci di cordata, quando nel bilancio preventivo del Comune di Imola si parlava di ricorrere a 3 milioni di euro dal fondo di riserva di Con.ami? Per quanto mi riguarda, non è una questione di colore politico, ma di un utilizzo mirato di soldi dei cittadini/utenti per investimenti di opere necessarie alla sicurezza e tutele vere della comunità, non di becere strumentalizzazioni politico-elettorali.

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