GLI STUDENTI E LE STUDENTESSE PROTAGONISTI DEL RICORDO DELLE VITTIME DEL POZZO BECCA

ISOLA POZZOBECCA -04893IMOLA – Mani e braccia blu che escono da un telo bianco, con la scritta “Dal dolore nasce la bellezza”. Sono quelle degli studenti e delle studentesse della III A scuola media ‘Andrea Costa’ di Imola, che sono stati i veri protagonisti, insieme ai colleghi della III G dell’istituto superiore tecnico “L. Paolini” della cerimonia a ricordo delle vittime del Pozzo Becca. La cerimonia si è svolta questa mattina nell’ambito del programma di iniziative messe a punto dal Comitato di Coordinamento cittadino per il 70^ anniversario della Liberazione.
Con i loro interventi, vere e proprie performance teatrali, hanno dato vita, prima dei discorsi ufficiali dei rappresentanti dell’Anpi e delle istituzioni e della deposizione di una corona alla lapide a ricordo delle vittime di Pozzo Becca, ad una vera e propria re-inaugurazione del monumento, nell’ambito del progetto per il 70° “Quando un posto diventa un luogo”. Curato da Annalisa Cattani, il progetto è stato condiviso da tutti i 10 Comuni del Circondario ed è dedicato alla storia del territorio imolese dal 1943 al 1945, finalizzato alla commemorazione nel 2015 dell’anniversario del “70° della Liberazione” attraverso la riscoperta e valorizzazione dei luoghi e dei protagonisti della nostra memoria, coinvolgendo in particolare i giovani del territorio.
“Le mani e le braccia blu stanno a significare il riscatto verso il cielo della libertà negata, come a dire che al di là del martirio, esiste comunque una libertà – spiega la prof.ssa Maria Di Ciaula, che ha curato il lavoro della classe III A dell’Andrea Costa -. Con questo gesto, abbiamo inteso ridare la dignità che era stata tolta a quelle vittime”. Un messaggio di libertà, di speranza e di pace che la III A porterà anche il 17 aprile alla Marcia della Pace in programma ad Udine.
E mentre i ragazzi uscivano da sotto il telo, a simboleggiare la rinascita delle vittime del pozzo Becca, i compagni con i volti delle vittime stampate sulle magliette, recitano frasi legate alla libertà ed alla pace e porgono rose rosse in memoria dei partigiani trucidati e gettati nel Pozzo Becca.

Poi è stata la volta della classe III G dell’istituto superiore tecnico “L. Paolini” re-inaugurare il momento, con un intervento coordinato dalla professoressa Monica Tassoni. In questo caso i ragazzi sono giunti al pozzo Becca legati, a ricordare i prigionieri trucidati, prima di essere ‘liberati’ proprio dai giovani compagni di classe, a significare come i giovani riappropriandosi della memoria dei luoghi e delle vicende accadute abbiano ridato vita alle 16 vittime del pozzo Becca. Un riappropriarsi fatto anche della lettura di frasi di partigiani tratte dagli scritti dello storico Nazario Galassi e distribuite ai presenti. Il tutto concluso intonando ‘Bella Ciao’.
La strada scelta dalle due scuole di dar vita attraverso la ricerca storica e con gli strumenti dell’arte contemporanea alla re-inaugurazione del Pozzo Becca ha davvero dato una forte ‘scossa emotiva’, come ha ricordato Davide Cerè, dell’Anpi Castel San Pietro Terme.
Non a caso avevano gli occhi lucidi, che esprimevano tutta la loro emozione, quelle partigiane e quei partigiani presenti, che si erano messi in fondo per lasciare tutto lo spazio ai giovani.
“C’è in noi l’orgoglio di sapere che ci sono giovani che sapranno trasformare una delle tragedie più atroci che ha segnato quel periodo in una grande opportunità per costruire una società migliore, in un grande progetto di speranza e di futuro per i nostri giovani e le loro famiglie” ha commentato da parte sua il sindaco Daniele Manca, portando il saluto del Comune di Imola.
“Sono molto contento che a parlare oggi siate stati voi, spronandoci ad avere sempre più consapevolezza che le conquiste di liberta, democrazia, pace e giustizia per le quali hanno combattuto e in tanti sono morti, a cominciare dalle vittime del Pozzo Becca, non sono acquisite per sempre, ma vanno alimentante con il lavoro quotidiano” ha aggiunto Manca rivolgendosi agli studenti e studentesse e ringraziando la scuola media ‘Andrea Costa’ e l’istituto ‘Paolini’ ed in specifico le due docenti che hanno coordinato i progetti, rispettivamente Maria Di Ciaula e Monica Tassoni. Alla cerimonia erano presenti anche Onelio Rambaldi, sindaco di Medicina, Stefano Trazzi presidente consiglio comunale Castel San Pietro Terme, consiglieri comunali di Imola, rappresentanti delle forze dell’ordine.

Cosa accadde quel 12 aprile 1945 – Due giorni prima della Liberazione la Brigata nera di Imola e un reparto delle SS prelevarono numerosi prigionieri dalle carceri della Rocca e ne uccisero 16 dopo averli a lungo torturati. I cadaveri furono gettati nel pozzo dello Stabilimento ortofrutticolo Becca in via Vittorio Veneto. I resti delle vittime furono recuperati qualche giorno dopo la liberazione di Imola. Questi i nomi delle vittime: Bernardo Baldazzi, Dante Bernardi, Gaetano Bersani, Duilio Broccoli, Antonio Cassani, Guido Facchini, Mario Felicori, Paolo Filippini, Cesare Gabusi, Secondo Grassi, Ciliante Martelli, Mario Martelli, Corrado Masina, Domenico Rivalta (il solo imolese del gruppo, poi decorato con la Medaglia d’Oro al Valore Militare), Giovanni Roncarati, Augusto Ronzani.

Inaugurazione mostra ‘Storia della divisione Friuli da 130 anni al servizio degli italiani’ -A mezzogiorno, poi, nell’androne del palazzo comunale (via Mazzini, 4), è stata inaugurata la mostra fotografica “Storia della divisione Friuli da 130 anni al servizio degli italiani” allestita in collaborazione con l’Associazione Nazionale Reduci della Friuli e la cooperativa di giornalisti Corso Bacchilega di Imola. La mostra sarà visitabile fino al 25 aprile. All’inaugurazione sono intervenuti Daniele Manca, sindaco di Imola, Romano Rossi, presidente Associazione nazionale Reduci della Friuli, Paolo Bernardi, presidente cooperativa Corso Bacchilega, Fabrizio Tampieri, Bacchilega editore, rappresentanti delle associazioni partigiane e d’arma. Fra gli altri era presente anche Bruno Trincossi, di Riolo Terme, allora giovane combattente nella divisione Friuli ed oggi componente dell’Associazione Nazionale Reduci della Friuli. “E’ sempre emozionante ricordare quei giorni – dice commosso Bruno Trincossi -. E’ stata dura, allora, con tutti quei morti”. Va ricordato che insieme al II corpo d’armata polacco, anche la ‘Friuli’ diede il proprio contributo alla liberazione del territorio imolese.

Leggi anche

No posts were found for display