Minori stranieri non accompagnati: il tema non è più rinviabile

affidoSull’onda delle indagini partite già nel 2013 legate all’arrivo di molti minori albanesi (tutti dalla stessa provincia) e poi mantenuti dai Servizi sociali fino alla maggiore età, anche il Partito Democratico chiede una modifica della normativa in tal senso, considerando il tema dei minori stranieri non accompagnati non più procrastinabile. Riceviamo e pubblichiamo dalla consigliera Daniela Spadoni.

IMOLA – Il partito democratico ha presentato un ordine del giorno connesso al bilancio relativo all’ accoglienza di minori stranieri non accompagnati.
Partendo dagli ultimi dati pubblicati dal Ministero del Lavoro e delle politiche  sociali, relativi comunque al 2012, che mostrano come l’affido famigliare stia diventando una esperienza residuale per i minori in difficoltà, e partendo dalla consapevolezza che invece, opportunamente stimolato, preparato e accompagnato, con un cammino in rete, può essere anche la soluzione alla crisi economica che impone una contrazione delle spese di accoglienza dei minori, abbiamo analizzato la disciplina legislativa relativa all’accoglienza dei minori non accompagnati, ovvero quei minori non accompagnati che arrivano nel territorio nazionale e che dapprima devono essere accolti nei centri di primo soccorso e accoglienza, identificati e lì ospitati non oltre 48 ore e destinati poi a strutture di accoglienza.
La nostra Regione si è sempre dimostrata all’avanguardia nell’accoglienza di questi minori e di tutti i minori che devono trovare temporaneamente un posto esterno alle loro famiglie per crescere. La Direttiva approvata in data 19 dicembre 2011 dalla Giunta dell’Emilia Romagna prevedeva che i minori stranieri non accompagnati fossero accolti in comunità caratterizzate da parametri ambientali e assistenziali fissi: per strutture fino a sei posti che ospitano ragazzi di età inferiore ai 16 anni devono essere presenti un educatore ogni 4 ragazzi, per ragazzi con più di 16 anni le strutture devono avere un educatore ogni 7 ragazzi.
Forse è giunto il momento di provare a  modificare la normativa in considerazione del fatto che molti ragazzi hanno bisogno semplicemente di strutture di accoglienza che diano loro la possibilità di intraprendere un lavoro e un ciclo di studi, ma anche per rispondere alle, purtroppo inevitabili, esigenze di razionalizzazione della spesa.
Chiediamo perciò alla Giunta che consideri non più procrastinabile iniziare un confronto a livello di Città metropolitana per proporre alla Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna una modifica della direttiva regionale sull’accoglienza dei minori, prevedendo un altro tipo di struttura residenziale ospitante, con parametri diversi rispetto a quelli attuali, cercando di adeguarli a quei minori stranieri che vengono in Italia per studiare e cercare lavoro con un progetto condiviso di miglioramento della propria condizione, ovvero studiare quindi la praticabilità di una struttura di accoglienza similare allo studentato che consenta una dignitosa  ospitalità rispondente ai loro reali bisogni con vincoli e costi sostenibili.
Ma soprattutto chiediamo alla Giunta che si ricominci a parlare di affido famigliare,
promuovendo a livello di area metropolitana un confronto  al fine di incentivare il coinvolgimento attivo delle comunità nell’accoglienza e nell’integrazione di minori stranieri non accompagnati, privilegiando, con priorità rispetto al collocamento in comunità e altre strutture, il collocamento in famiglia.

Daniela Spadoni Consigliera comunale PD

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