LISCIA, GASATA O PRIVATIZZATA… HERA SEMPRE MENO PUBBLICA

acqua2Senza stupore apprendiamo che, all’interno dei soci pubblici di Hera, è iniziato un percorso che dal 2018 potrà permettere una sostanziale privatizzazione della società.
Non siamo sorpresi perché, nella sostanza, Hera è pubblica solo formalmente in quanto controllata dalle lobby partitiche e non certo dai cittadini: talmente non pubblica al punto che i cittadini non vengono coinvolti in questo percorso sul futuro delle nostre risorse.
Quasi sgomenti leggiamo che oggi si cambiano le regole, ma non è detto che poi, le nuove regole, verranno utilizzate per avviare la privatizzazione.

Sembra di sentire Hitler quando riarmava pesantemente la Germania, ma non per andare alla guerra….
Il futuro è già segnato sopra le nostre teste: il lavoro e le opere di più generazioni di imolesi andranno nelle mani del mercato con l’obiettivo, legittimo, di massimizzare la remunerazione del capitale.
Facile profetizzare che il prezzo dell’acqua in pochi anni andrà alle stelle perché, in un paese destinato a versare tasse come nel nord Europa e a godere di servizi pubblici come negli Stati Uniti, verrà raccontato che il costo è tra i più bassi del continente e quindi è erroneo parlare di aumenti in quanto si tratta solo di adeguamenti.
D’altronde dal 2020 i nuovi edifici saranno quasi a consumo energetico zero e l’unico vero business rimane l’acqua, ma questo, i futuri padroni di Hera, già lo sanno.
A noi imolesi rimarrà l’amarezza per avere dilapidato, prima ancora delle risorse, la nostra storia e con essa la nostra cultura che ha permesso al nostro territorio, per decenni, di essere inserito tra i più ricchi ed appetibili dell’Europa.
Non nascondiamo che prima di pensare alla costruzione di un percorso di privatizzazione ci sarebbe piaciuto utilizzare parte della nostra storia (le azioni libere, pari a circa il 20% del “tesoretto” in mano a ConAmi) sul territorio per intervenire in azioni di tutela del patrimonio immobiliare, stradale, di formazione verso le migliaia di disoccupati e nella creazione di nuove startup con l’obiettivo di ricollocare le tante persone in stato di bisogno.
Un percorso che avrebbe portato sollievo a centinaia di famiglie e lasciata pubblica Hera, ma osteggiato pesantemente dalle Falangi al servizio della politica.
Siamo condannati, ma a parziale consolazione possiamo affermare che il carnefice lo abbiamo scelto liberamente ogni volta che abbiamo dato la delega amministrativa, nei voti relativi alle Comunali ed alle Regionali.
Votando partiti che continuano a rifiutare l’esito del referendum del 2011, relativo all’acqua, i cittadini anno aperto la breccia alla futura privatizzazione.
Forse farà meno male.

Associazione Culturale Imola Migliore

 

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