Produttori di vino in polemica con la Regione. Stop all’uso sistematico del Mosto Rettificato Concentrato

Produttori di vino in polemica con la Regione. Stop all’uso sistematico del Mosto Rettificato Concentrato

Riceviamo e pubblichiamo

La Regione Emilia Romagna sfiora anche quest’anno il ridicolo autorizzando l’utilizzo del Mosto Concentrato Rettificato per aumentare la gradazione dei vini
Il Mosto Concentrato Rettificato (comunemente detto MCR) può essere utilizzato, in caso di annate
negative, per aumentare la gradazione alcolica dei mosti, quando questi non riescano ad averne una
“naturalmente” sufficiente.
Per questo motivo tale pratica enologica è regolamentata: qualora l’andamento climatico dell’annata sia
negativo, le Regioni possono autorizzare l’utilizzo di questo “ingrediente”.
In realtà negli ultimi anni (se non decenni) la Regione Emilia Romagna ha sistematicamente autorizzato
questa pratica, a prescindere dal reale andamento climatico. A volte con esiti comici (basti dare
un’occhiata alla delibera relativa all’annata scorsa, la 2015, una delle più calde e favorevoli degli ultimi
decenni).
Come volevasi dimostrare anche quest’anno, nonostante una stagione meteorologica ancora migliore di
quella dell’anno scorso (alcune zone della Romagna Centrale stanno addirittura registrando un clima
troppo secco!), e nonostante le forti critiche di alcuni produttori di qualità, sfociate in una vera e propria
petizione inviata in regione (con la firma di circa 30 produttori romagnoli) tesa a chiedere il divieto di tale
pratica e proponente anche un’interessante alternativa, la giunta regionale ha deciso di ripetersi. Ed eccola
partorire la delibera 1309/2016, che, autorizzando l’utilizzo del MCR per tutte le tipologie di vino regionale,
giustifica il provvedimento con motivazioni del tutto estranee al disposto del legislatore comunitario (che,
ricordiamolo, fa riferimento esclusivamente a “condizioni climatiche” negative).
Infatti le motivazioni addotte dalla RER hanno ben poco a che vedere con la stagione meteorologica.
Quando parla di “scalarità ed eterogeneità nello sviluppo della vegetazione e dei grappoli”, di “fenomeni di
acinellatura” e di “sintomi relativi al mal dell’esca” evidentemente esclude l’eventualità (ben nota a chi
produce) che l’uva non maturi “tutta assieme” e che possa essere necessario un intervento selettivo
dell’uomo in vendemmia. In pratica, dice il nostro amministratore: “non preoccupatevi se non è matura in
maniera uniforme: andate in vigna, raccogliete tutto, bello e brutto, che poi sistemiamo con il MCR”.
Quando poi si scrive che “molte cantine sono orientate a procedere con vendemmie anticipate e quindi con
un grado zuccherino insufficiente poiché dal punto di vista tecnologico la pratica dell’arricchimento è meno
costosa dell’acidificazione”, siamo al paradosso: la regione neanche tenta di collegare la sua delibera al
presupposto di partenza (le avverse condizioni climatiche) ma giustifica l’uso del MCR come necessario
intervento per contenere i prezzi.
Il suo costante utilizzo negli ultimi anni ha trasformato quindi l’aggiunta di MCR in una pratica comune,
utile a rendere commerciabili prodotti altrimenti non all’altezza delle aspettative del mercato.
Conseguenza: aumento delle masse di vini DOC romagnoli sul mercato, peggiore qualità (sia reale che
percepita) del prodotto, e ovviamente, minore redditività di tutta la produzione regionale.
La proposta dei piccoli produttori romagnoli, neanche presa in considerazione dalla Regione Emilia-
Romagna, prevede l’applicazione di una norma che già c’è, e che permette alle regioni, solo se necessario
(cioè solo se l’andamento meteorologico compromette realmente la buona riuscita della vendemmia) di
abbassare i limiti minimi delle gradazione previsti dai disciplinari per non più di 0,5 gradi alcolici (Dlgs
61/10 art. 10 comma 1, lettera “C”).
In pratica: quando dovesse verificarsi (per davvero!) l’annata sfortunata, si autorizzi un grado alcolico
minimo più basso, oppure, se non basta, la IGT o la DOC non si fa.
I vini “industriali”, quelli “costruiti”, ancorché legalmente, in cantina, rappresentano una fetta importante
del fatturato agricolo regionale.
Tuttavia questi milioni di bottiglie a basso prezzo rendono inefficaci gli sforzi di centinaia di piccoli
produttori che, invece, hanno scelto di fare vino in vigna, potando, diradando e selezionando; alla ricerca di
quel valore aggiunto che i mercati di tutto il mondo sono pronti a riconoscere.
È necessario e indispensabile che non si crei confusione e che le differenti scelte produttive siano
comunicate in modo chiaro e diretto ai consumatori, e che le istituzioni regionali intervengano a tutela di
queste differenze (e non il contrario).
Per questo motivo ci opponiamo con forza all’utilizzo indiscriminato del Mostro Concentrato Rettificato
come ingrediente nei vini a DOC e IGT regionali, e inoltre chiediamo che Consorzi ed istituzioni si facciano
promotori dell’introduzione dell’obbligatorietà dell’indicazione dell’utilizzo del MCR nelle etichette dei vini.

Faenza, 16 agosto 2016

53 firmatari in ordine alfabetico
Ancarani – Oriolo dei Fichi – Faenza ( RA )
Baraccone – Ponte dell’Olio ( PC )
Borri Graziella – Travo ( PC )
Branchini – Dozza ( BO )
Bulzaga – Brisighella ( RA )
Ca Bruciata – Imola ( BO )
Cantina San Biagio – Oriolo dei Fichi – Faenza ( RA )
Casa Benna – Loc. Casa Benna Castell’Arquato ( PC )
Costa Archi – Castel Bolognese ( RA )
Drei Donà – Massa di Vecchiazzano ( FC )
Fattoria Vallona – Castello di Serravalle ( BO )
Fattoria Zerbina – Marzeno ( RA )
Ferrucci – Castel Bolognese ( RA )
Fiorentini Vini – Castrocaro Terme ( FC )
Fondo Ca Vecja – Ponticelli Imola ( BO )
Francesconi Paolo – Faenza ( RA )
i Monticelli – Savignano Sul Panaro ( MO )
Il Gualdo di Sotto – Riolo Terme ( RA )
Il teatro – Modigliana ( RA )
La Pennita – Castrocaro Terme ( FC )
La Sabbiona – Oriolo dei Fichi – Faenza ( RA )
La Stoppa – Rivergaro ( PC )
La Tosa – Vigolzone ( PC )
Lamoretti – Casatico, Langhirano ( PR) )
Le Torricelle – Agazzano ( PC )
Manaresi – Loc. Bella Vista Zola Predosa ( BO )
Marco Cordani – Carpaneto Piacentino ( PC )
Marta Valpiani – Castrocaro Terme ( FC )
Monticino Rosso – Imola ( BO )
Palazzona di Maggio – Ozzano Emilia ( BO )
Pandolfa – Fiumana di Predappio ( FC )
Poderi delle Rocche – Imola ( BO )
Poderi Fiorini – Savignano Sul Panaro ( MO )
Raffaella Bissoni – Bertinoro ( RA )
Reggiana – Borzano di Albinea ( RE )
San Valentino – San Martino in Venti ( RN )
Stefano Berti – Ravaldino in Monte ( FC )
Tenuta Bonzara – Monte San Pietro ( BO )
Tenuta Carbognano – Gemmano ( RN )
Tenuta Casali – Mercato Saraceno ( FC )
Tenuta la Viola – Bertinoro ( FC )
Tenuta S. Cecilia alla Croara – S.Lazzaro di Savena ( BO )
Tenuta Santa Lucia – Mercato Saraceno ( FC )
Tenuta Vandelli – S.Michele dei Mucchietti ( MO )
Terre della Pieve – Bertinoro ( FC )
Terre di Macerato – Loc. Carseggio Casalfiumanese ( BO )
Terre Rosse – Zola Predosa ( BO )
Tomisa – San Lazzaro di Savena ( BO )
Tre Monti – Imola ( BO )
Tramosasso – Borgo Tossignano Imola ( BO )
Vigna Cunial – Traversetolo ( PR )
Vini Giovannini – Ponticelli Imola ( BO )
Zuffa – Imola ( BO )

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