Castel San Pietro Terme, il questore chiude il Bar Corona

Castel San Pietro Terme, il questore chiude il Bar Corona

I sigilli messi al Bar Corona di via Mazzini per un provvedimento disposto dalla Questura di Bologna non sorprendono l’Amministrazione comunale, che teneva attenzionato quel pubblico esercizio in quanto da troppo tempo pericolo per l’ordine pubblico, il buon costume e la sicurezza dei cittadini di Castel San Pietro Terme.

«Non posso che condividere la decisione del questore Gianfranco Bernabei – sottolinea il sindaco di Castel San Pietro Terme, Fausto Tinti – di revocare definitamente la licenza agli attuali gestori del Bar Corona di via Mazzini. Purtroppo non è la prima volta che le autorità, su continue segnalazioni dei cittadini e delle forze dell’ordine e per evidenze riscontrate, sono dovute intervenire su quell’esercizio  pubblico che negli anni ha già subito due chiusure temporanee. L’apertura del  locale era divenuta un effettivo problema di ordine pubblico per l’intera città e le aree limitrofe. Come primo cittadino ho, però, il compito di guardare avanti: il Bar Corona è un luogo storico di Castel San Pietro Terme, ubicato in una posizione strategica e a cui i castellani sono affettivamente legati. Come tale va recuperato. Ecco perché mi impegnerò fortemente affinché in quello spazio subentri al più presto una nuova gestione che sia in grado di rivitalizzarlo, mantenendone la tradizione e restituendolo alla cittadinanza. Solo così il Bar Corona potrà tornare agli antichi fasti e ricominciare ad essere frequentato da tutti, in sicurezza e serenità. Credo infine che un rilancio del Bar Corona debba, e possa essere, un importante primo passo per riqualificare anche quell’angolo del nostro centro storico».

Ma i gestori dell’attività non ci stanno e la vicenda si configura già come un braccio di ferro con il Comune. “Non abbiamo ricevuto alcuna notifica di revoca definitiva – ha dichiarato a “Il Resto del Carlino” il gestore Aurora Martins -. La sospensione dell’attività è di 30 giorni ma riapriremo. In un anno non si è mai verificato nessun episodio riconducibile a risse o spaccio”. Dal canto suo il sindaco ha ammesso l’errore di comunicazione: “Pensavo che dopo quattro chiusure sarebbe scattata la revoca definitiva – conclude -. Ma è evidente che il tipo di gestione del locale vada rivisto”.

 

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