Imprenditore agricolo riceve una richiesta di indennizzo di 60mila euro da due operai. La CIA mette in guardia dai furbetti

Imprenditore agricolo riceve una richiesta di indennizzo di 60mila euro da due operai. La CIA mette in guardia dai furbetti

IMOLA – Gli avevano chiesto oltre 60mila euro di indennizzo per centinaia di presunte ore di lavoro in realtà mai effettuate. E’ quanto accaduto a un imprenditore frutticolo dell’imolese che, qualche tempo fa, aveva assunto una coppia di operai agricoli albanesi.

La vicenda ha avuto inizio quando l’associato, oltre un anno fa, si era rivolto alla CIA di Imola a seguito di una lettera di diffida pervenutagli da un’associazione di categoria datoriale con  la quale gli veniva richiesto il pagamento di centinaia di ore extra mai saldate. La risposta dell’ufficio datori di lavoro della CIA di Imola era stata data prontamente e  le richieste dei due operai erano state rigettate.

Fin qui nulla di nuovo se non che, circa un mese dopo, l’avvocato del sindacato metropolitano diffidava nuovamente l’imprenditore al pagamento immediato della cifra richiesta (oltre 60 mila euro!) pena l’avvio di azioni legali da parte dei due.

A quel punto della vicenda è stato interessato l’avvocato della CIA Vittorio Mazza che ha ribattuto punto su punto su quanto sostenuto dalla controparte.

L’avvocato Mazza ha dimostrato nelle sedi competenti che le richieste dei due braccianti erano infondate. Erano stati conteggiati addirittura giorni, settimane intere, durante i quali i due operai si trovavano fuori dall’Italia, nel loro paese d’origine. A quel punto era evidente il tentativo di ottenere in maniera impropria denaro dall’imprenditore agricolo e il giudice del lavoro non ha potuto fare altro se non rigettare tutte le richieste della coppia.

“Purtroppo – sottolinea il Presidente CIA Zambrini – quello che fa più riflettere in tutta questa situazione è l’atteggiamento mantenuto dal sindacato metropolitano nel gestire una richiesta palesemente orchestrata dai loro due associati. In ultimo va anche detto che è sempre l’agricoltore che si trova costretto, con prove oggettive, a dimostrare la sua correttezza. Con questa forma giuridica si incentivano situazioni in cui si può essere tentati a chiedere impropriamente soldi agli imprenditori agricoli anche a quelli che quotidianamente fanno i salti mortali per essere in regola con le normative vigenti nonostante la cronica difficoltà di fare reddito”.

 

 

 

 

 

 

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