Discarica, la retorica della sindaca che blocca l’ampliamento

Discarica, la retorica della sindaca che blocca l’ampliamento

Riceviamo e pubblichiamo dalla coordinatrice di Italia in comune, per Imola e Circondario, Giuseppina Brienza.

La prima cittadina Manuela Sangiorgi non bloccherà alcun progetto di ampliamento della discarica “Tre monti”.

Perlomeno, non in Consiglio comunale.

La deliberazione dell’aula n. 182 del 21 dicembre di due anni fa che -a detta delle informazioni riportate dagli organi di stampa- la maggioranza si appresterebbe a cancellare nel corso della seduta convocata per martedì prossimo, infatti, altro non è se non una variante alla destinazione urbanistica e una variante della classificazione acustica per una zona in cui Herambiente aveva manifestato il proprio interesse per la costruzione di una barriera antirumore a protezione dei residenti di via Pediano più vicini all’impianto.

Una deliberazione approvata, fra l’altro, anche dall’attuale sindaca e da tutti i suoi compagni di partito -vale a dire da tre attuali assessori della Giunta- quando sedevano fra i banchi dell’opposizione.

E, come si può leggere, «la realizzazione dell’intervento è subordinata alla conclusione della procedura di Valutazione di impatto ambientale da parte della Regione Emilia-Romagna quale ente competente».

Si tratta, dunque, di un intervento secondario rispetto al progetto di ampliamento della discarica.

 

Non sarà mica che, cavalcando mediaticamente la menzogna di aver ricevuto il mandato politico di fermare il progetto di ampliamento dell’impianto da parte del Consiglio comunale, la Sangiorgi punti a far ricadere la colpa del ritardo sugli altri ventidue colleghi durante l’assemblea dei soci del Con.Ami in programma il giorno successivo?

Peccato che esclusivamente il consorzio, nella sua veste di proprietario dell’impianto, possa formalizzare la richiesta di ritirare il progetto.

Il compito spetta solamente Consiglio di amministrazione eletto in completa solitudine dalla prima cittadina.

Il Consiglio comunale precedente non si è mai espresso sui progetti di sopraelevazione e di ampliamento attraverso una propria deliberazione, semplicemente perché esula dalle competenze dell’aula.

Perché, quindi, la sindaca non rivolge questa richiesta al “sua” Cda? Magari perché nessuno fra gli attuali Consiglieri di amministrazione vuole correre rischi, considerando la modalità con cui sono stati eletti?

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