Ex zona rossa, i lavoratori di Medicina aspettano ancora il riconoscimento della malattia”

Ex zona rossa, i lavoratori di Medicina aspettano ancora il riconoscimento della malattia”

MEDICINA – Incredibilmente, i lavoratori di Medicina (ex zona rossa) costretti a casa durante il lockdown decretato con provvedimento della Regione Emilia-Romagna non si sono ancora visti riconoscere la malattia dall’INPS. Paradosso tutto italiano perché la malattia è riconosciuta solo ai lavoratori delle ex zone rosse individuate con provvedimento statale, ma non per quelle frutto di ordinanza regionale. Ad andare all’attacco è la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini.

“Dalla sua pagina Facebook il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, continua a sbandierare il suo provvedimento relativo all’istituzione della zona rossa di Medicina in provincia di Bologna. Una scelta saggia, importante, non lo abbiamo mai negato: certamente è servita per arginare il contagio e tutelare la salute pubblica – dice la Senatrice -. Ma la verità, adesso, è che a distanza di settimane ancora nulla è dato sapere sulla equiparazione dei lavoratori residenti nella zona rossa medicinese, istituita dalla Regione, con quelli delle altre zone rosse d’Italia istituite con provvedimenti dello Stato. Con il risultato che l’assenza forzata dal lavoro, per i medicinesi, non può ancora essere riconosciuta come periodo di malattia. Un fatto che grida vendetta da tutte le parti, di cui il Partito democratico dovrebbe solo, a questo punto, vergognarsi. Dica Bonaccini se e come intenda battere i pugni sui tavoli governativi per mettere fine a questa disparità assurda, peraltro evitabile fin dall’inizio. Il divario tra questo Governo e le esigenze reali delle persone diventa giorno dopo giorno sempre più abissale”.

Ieri la consigliera regionale del Movimento 5 stelle, Silvia Piccinini, ha scritto all’INPS e al Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, per porre fine a tale situazione. “Un vulnus che deve trovare una soluzione e sono certa che con la stessa dedizione con cui sono stati affrontati questi mesi difficili di pandemia, sia il Ministero che INPS possano risolvere anche questo problema quanto prima”, conclude Piccinini.

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