Sanità: passi importanti nell’integrazione Imola-Bologna

Sanità: passi importanti nell’integrazione Imola-Bologna

IMOLA – L’addio di Antonio Pinna, che ha lasciato il Sant’Orsola e ha accettato un incarico prestigioso e ben retribuito ad Abu Dhabi, e’ stata una delle molle che ha fatto scattare in avanti il processo di integrazione e collaborazione tra le Ausl di Bologna e Imola e l’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Orsola, che dall’inizio dell’anno hanno messo a fattore comune le attivita’ che fanno capo alla Chirurgia generale e alla Senologia. L’obiettivo e’ offrire ai pazienti dell’area metropolitana fino ad Imola le stesse prestazioni sanitarie disponibili nei due grandi ospedali di Bologna: cosi’ i medici dal capoluogo si sposteranno nella citta’ vicina per eseguire una serie di interventi e integrare i medici delle strutture imolesi all’interno di equipe allargate, mentre i pazienti dell’area imolese saranno indirizzati a Bologna per interventi piu’ rischiosi e complessi che richiedano anche un approccio multidisciplinare. Tutto nasce con la decisione di lasciare il Policlinico di Pinna, che guidava una struttura semplice interaziendale di Chirurgia generale, e del pensionamento Paolo Riccio, a capo della struttura semplice dipartimentale di Chirurgia senologica a Imola. Due fuoriuscite che sono state occasione della riorganizzazione scaturita nei due progetti di collaborazione interaziendale presentati oggi e che riguardano la chirurgia addominale e la chirurgia senologica. In realta’, Elio Jovine, direttore dell’unita’ operativa di chirurgia generale e d’urgenza dell’Ospedale Maggiore, che guida anche l’unita’ operativa interaziendale con Imola, ha gia’ eseguito la scorsa settimana il primo intervento a Imola, operando un uomo di 63 anni, gia’ dimesso, di resezione per via laparoscopica dello stomaco.

L’accordo sull’asse Bologna-Imola prevede che gli interventi per le patologie piu’ comuni (colon, stomaco e surreni) siano svolte nell’ospedale di Imola, mentre il trattamento chirurgico dei tumori piu’ complessi e meno frequenti si fara’ al Maggiore, che, peraltro e’ uno dei principali centri italiani per volumi di attivita’ nel campo della chirurgia mini-invasiva e della laparoscopia. Lo stesso accadra’ anche per la cura del tumore al seno, dove l’attivita’ sara’ gestita in tandem dall’Ausl di Imola e dal Policlinico Sant’Orsola, grazie ad un accordo con l’Universita’. Anche in questo caso l’obiettivo e’ condividere competenze, tecnologie e percorsi di assistenza.

Il team di chirurghi (tre del Sant’Orsola e due di Imola) ruoteranno sulle due sedi: gli interventi di routine saranno svolti nei due ospedali, mentre saranno effettuate al Sant’Orsola le operazioni che richiedano la collaborazione di altre unita’ operative (la chirurgia plastica o la ginecologia oncologica). “Un approccio multidisciplinare a questo tipo di tumore consente di aumentare del 18% la possibilita’ di sopravvivenza”, spiega Mario Taffurelli, direttore della chirurgia generale e responsabile della Breast Unit del Sant’Orsola. “L’obiettivo comune e’ fare in modo che le aziende lavorino insieme per qualificare l’offerta dei servizi”, assicura il direttore dell’Ausl diImola, Andrea Rossi. “Allo stesso modio si punta a creare le condizioni di equita’ di trattamento e disponibilita’ delle competenze per tutti i pazienti. Non c’e’ solo una questione di spostamento dei professionisti, ma anche di messa in circolo delle competenze”, aggiunge Rossi. “Non si puo’ fare tutto dappertutto. Bisogna differenziare i livelli di assistenza garantendo le migliori cure per tutti”, precisa Antonella Messori, direttore generale del Sant’Orsola.

FONTE: Agenzia DIRE

 

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