Imola si è svegliata dal letargo. Grazie Ac/Dc!

Imola si è svegliata dal letargo. Grazie Ac/Dc!

(fonte foto: pagina FB IAT Imola)

 

Il concerto degli Ac/Dc è come se avesse risvegliato i desideri nascosti degli imolesi. Che, in fondo, anche se si lamentano del rumore e del traffico, sognano e sperano che Imola torni a essere una Città viva, com’era ai tempi del Gran Premio e dell’Heineken Jammin festival.

E’ come se Imola si fosse ripresa da un lungo letargo. Perché, probabilmente, in questi anni aveva perso la fiducia nelle sue potenzialità, nelle potenzialità di un Autodromo in grado di ospitare al suo interno addirittura un’altra città, ben più grande della stessa Imola. Perché ieri sera, al concerto degli Ac/Dc, erano 92mila i fan, letteralmente in delirio. Unica tappa italiana per il ritorno live della mitica band australiana.

Il rock ha chiamato e Imola ha risposto.

Una fiumana lenta, composta, nessun disordine, un’organizzazione impeccabile e forze di polizia che hanno sapientemente coordinato il tutto. E chi temeva risse, lanci di bottiglie di vetro e chissà quali sfaceli, ha dovuto ricredersi.

Strano che il destino dell’Autodromo – troppo spesso snobbato dagli artisti italiani – debba essere così, improvvisamente, risollevato da una band che arriva dall’Australia. Perché forse all’estero la grandezza e l’unicità del nostro circuito riescono davvero a vederla. Nel 2013 Brian Johnson, voce degli Ac/Dc, provò l’ebbrezza di correre sulla nostra pista, a bordo di una Lamborghini. Lui, che di circuiti ne ha visti tanti, appassionato di auto da corsa, disse che la curva Rivazza lo aveva lasciato senza fiato. E poi la promessa: ritornare a Imola per correre non su un’auto, ma sulle note del rock.

Se fosse stato un politico italiano, quella promessa sarebbe caduta nel vuoto, statene certi (perdonate l’ironia). Ma Brian Johnson è un uomo del rock, di quelli con le “corna”, dannati, che canta brani tosti, che ha girato il mondo, che ha venduto milioni di copie. Eppure, si è ricordato di Imola. Di questa piccola Città, a tratti provinciale, che talvolta si perde in un bicchiere d’acqua e nei problemi del ‘troppo rumore’: proprio lei, la terra dei motori e dei matti.
Imola, negli ultimi anni, si è preoccupata solo di risolvere le sue contraddizioni interne, invece di aprirsi al mondo. Ma Brian Johnson questo non poteva certo saperlo. Lui si è ricordato solo di quell’Autodromo che lo ha fatto innamorare. Del cibo e del vino buono. E ha mantenuto la sua promessa. Grazie Ac/Dc.

(Brigida Miranda)

 

 

HIGHWAY TO HELL LIVE FROM IMOLA!

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