Ruit Hora: orologi e orologeria tra XVI e XIX secolo. Inaugurazione il 10 settembre

Ruit Hora: orologi e orologeria tra XVI e XIX secolo. Inaugurazione il 10 settembre

IMOLA – Prosegue con la mostra Ruit hora: orologi e orologeria tra XVI e XIX secolo, curata da Enzo Turicchia, la programmazione annuale di eventi del Museo Diocesano di Imola (piazza Duomo 1). L’esposizione – quarta delle sette previste per l’anno in corso dal Museo Diocesano di Imola – sarà inaugurata sabato 10 settembre alle 17 nella sala grande del Museo Diocesano ed è allestita nella Galleria dei ritratti, detta di Pio VII, raffinato contenitore del palazzo vescovile decorato dai pittori imolesi Villa e Gottarelli all’inizio del XIX secolo.

L’esigenza di misurare il trascorrere del tempo fu sentita fin dall’antichità ed è probabile che usando lo “gnomone”, cioè uno stilo (bastone, asta) o una figura (persona, pianta) che proietta la sua ombra, l’uomo abbia svolto le sue prime esperienze di misurazione del tempo. È stato poi nel corso del Medioevo che furono inventati i primi orologi meccanici, i primi dei quali furono utilizzati dai monaci. Il loro tipo di vita, infatti, governato da ritmi e tempi precisi (tempi di preghiere, tempi di lavoro, tempi del sonno, ecc..), era quello che maggiormente necessitava di regolazione. Nacquero allora i primi svegliatori monastici ad acqua che, tra il 1200 e il 1300, furono sostituiti da altri completamente meccanici. Nel corso del 1300, e sino alla fine del 1400, fecero seguito i grandi orologi meccanici da torre e da campanile, dotati anche di notevoli complicazioni astronomiche e di automi. Con il passare del tempo gli orologi pubblici da campanile e da torre non bastarono a soddisfare il bisogno dell’uomo di misurare il tempo. Artigiani, mercanti, insegnanti, artisti, guerrieri, nobili, viaggiano e si spostano sempre più frequentemente. Nasce così la necessità di conoscere più autonomamente il trascorrere del tempo, dando così origine all’orologio da muro o da tavolo.

La mostra “Ruit Hora” propone ai visitatori un cammino nel tempo, e documenta – dal 1500 alla fine del 1800 – l’evoluzione negli stili e nella tecnica degli orologi, mostrando una ventina di preziosi esemplari tra i quali orologi da tavolo, da parete e da viaggio, altrettante testimonianze dell’ingegno che l’uomo ha dimostrato nei secoli, nel tentativo di appropriarsi del tempo. Strutturata secondo una successione di capitoli cronologici, la mostra accompagna il visitatore attraverso il lungo cammino dei progressi tecnici e scientifici grazie ai quali è stato possibile raggiungere l’obiettivo della precisione. Questa ricerca è sempre stata accompagnata da un costante interesse per l’estetica, che ha trovato la sua massima espressione attraverso maestri orologiai e artisti di varie discipline quali orafi, scultori, bronzisti, ebanisti.

All’inaugurazione della mostra, che sarà presentata dallo storico dell’arte Massimo Martelli, interverranno monsignor Giovanni Signani, presidente del Capitolo della Basilica Cattedrale di Imola, Marco Violi, vicedirettore del Museo Diocesano di Imola ed Enzo Turicchia, curatore della mostra.

L’esposizione sarà aperta fino a domenica 2 ottobre martedì dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17, mercoledì dalle 9 alle 12, giovedì dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17, sabato e domenica dalle 15,30 alle 18,30.

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