Ortignola, Cgil chiede piano di risanamento

Ortignola, Cgil chiede piano di risanamento

IMOLA – “Prosegue il confronto sulla situazione della piscina Ortignola di Imola. Il primo incontro chiesto dalla Cgil si è svolto il 3 gennaio con la presidente della Deai Srl e Sport Up, Paola Lanzon, e con il presidente della Uisp, Nino Villa, i quali hanno presentato la situazione critica che imputano ad un ritardo, a suo tempo, nella consegna della struttura, con un conseguente rinvio delle attività, e a spese da loro sostenute nel corso degli anni (ad esempio per l’acquisto di arredi) di cui, secondo loro, avrebbero dovuto farsi carico la proprietà, il Comune di Imola, o l’impresa costruttrice Ortignola Srl, che ha sempre percepito regolare affitto anche se a tutti gli effetti la struttura non è stata ancora completata, soprattutto nell’area esterna”. A fare il punto della situazione sono Mirella Collina, Segretaria generale Cgil Imola, Davide Baroncini Segretario Nidil Cgil Imola e Michele Boffa Segretario Slc Cgil Imola.

“Questa situazione di crisi è ricaduta sui 120 lavoratori, non solo dell’Ortignola ma anche quelli impegnati in altre strutture o servizi, di cui 13 dipendenti e 107 collaboratori che percepiscono un compenso sportivo, ai quali non è stato retribuito il mese di novembre” – proseguono dalla CGIL.

Il secondo incontro tra le parti si è svolto l’8 gennaio. “Siamo stati informati che nel frattempo è stata pagata la retribuzione di novembre ai soli dipendenti, mentre per i collaboratori è ancora sospesa. Visto che la difficoltà di pagare le mensilità continuerà anche nei prossimi mesi, l’intenzione è quella di ridurre le ore di attività e decurtare del 15% il compenso dei collaboratori. Proposta a cui abbiamo risposto con una diffida, sostenendo che prima di applicare un simile provvedimento chiediamo di vedere i bilanci 2017-2018, per capire le cause che hanno portato a questa situazione di crisi, e di valutare il piano di risanamento. Come organizzazione sindacale siamo disponibili a discutere ed eventualmente sottoscrivere un accordo (dopo averlo sottoposto ai lavoratori) che preveda una riorganizzazione e razionalizzazione, se temporanea, che distribuisca il disagio su tutti, in modo equo e con criteri condivisi.
Riteniamo necessario definire un piano di rientro delle mensilità non retribuite con verifiche da effettuare mensilmente. Occorre, inoltre, prevedere nell’accordo che nel caso in cui cambino le condizioni economiche (ad esempio minor spesa sull’affitto, maggiori iscrizioni ecc.) si ritorni alle condizioni precedenti per quanto riguarda il compenso orario e si ripristinino gli stipendi non erogati”.

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